Mariani sbotta ma snobba Minosse: «Si chiude il cerchio di Ginoble e Gatti»

TERAMO – L’ultima immagine di concordia all’interno del Pd teramano riporta proprio al giorno dell’elezione di Moreno Fieni alla guida del Bim: una foto lo ritrae assieme a Sandro Mariani e Gabriele Minosse. Questo trio adesso si è sfaldato e il tradimento a Fieni, con l’elezione di Minosse al suo posto, porta allo scoperto Mariani ancor più che all’indomani dell’esonero dell’amico di sempre. Adesso, a differenza di quanto accadde nella disapora del bar San Matteo, all’indomani dello sgambetto a D’Alonzo alla presidenza della Provincia, i nomi vengono fuori: «Minosse, segretario del Pd teramano, è stato eletto a capo del Bim con i voti di Paolo Gatti. Si chiude così un cerchio, un disegno che vede come autori Ginoble e Gatti – dice Sandro Mariani – Per conservare i propri avamposti, Paolo Gatti e Tommaso Ginoble hanno operato per anni una chirurgica spartizione: Teramo all’uno, Roseto all’altro. Una spartizione fatta sulla pelle dei militanti, sul lavoro dei circoli territoriali, sulle aspettative deluse dei cittadini. Una spartizione che doveva continuare anche dopo l’uccisione politica del sindaco di Teramo per mano dello stesso Gatti». Mariani punta dritto ai registi dell’inciucio, a Minosse dedica soltanto un «non dirò altro di un segretario che ha nessun imbarazzo a depositare, dopo aver revocato il presidente in carica, una candidatura le cui firme a sostegno sono per i due terzi provenienti dal centrodestra». La filippica contro il suo (ex?) compagno di partito e contro il leader di Futuro In racconta anche di come si è provato a far perdere il centrosinistra a Teramo, ma che lo schema è saltato con la vittoria della coalizione di Gianguido D’Alberto, «per il determinante mio rifiuto». Il sodalizio tra i due, aggiunge Mariani, continua: «Mentre a Roseto il gruppo di Futuro In fa all’occorrenza da stampella alla maggioranza comunale, in Provincia, al Ruzzo e al Bim si consumano azioni incomprensibili alla maggior parte dei cittadini. Una logica che ha mietuto vittime una dietro l’altra, a cominciare da Giulio Sottanelli, a cui si preferì Teresa Ginoble quale candidata a sindaco di Roseto, ma potrei proseguire con Basilico, Domenico Di Matteo, Franco Di Bonaventura, D’Alonzo e tanti altri esempi». Quale soluzione rispetto a questo, per Sandro Mariani? «Resilienza. Questo termine descrive bene la via che in tanti, insieme, stiamo già  percorrendo. Sulla nostra strada non c’è spazio per questi metodi, per queste pratiche e per chi le incarna». E spiega che non a caso o per capriccio, lui e tanti si sono staccati da queste logiche, per formare la lista Abruzzo in Comune alle prossime regionali.